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al testo di Carlo Ricci
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Sebbene anche la città (questi solidi antropizzati) abbia la sua perfezione un significato, qualcosa di originale qualcuno dice alienazione qualcun altro senso estetico; se fosse chiamarlo battito, o forse ritmo intrinseco, anche distonia che però significa rumore non proprio armonia; e quanta complessità, quanti sottopassi intesi come cunicoli, oppure anfratti quasi verdura, facce come felci, umidità tremolio come fibrillazione cortine invece che corteccia però troppi spigoli, non alveoli più tentacoli, più meduse, scavi; poi formiche dette umanità tracciati tradotti in strade forse tracce lasciate, fossero memorie -ma chissà- Anche rovine, poi fumo troppo fumo, e molte rovine. Città nelle città. Molto strato. (Questi incontri casuali) |
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